Photography is not a crime.


Da uno dei blog fotografici tra i più interessanti, un articolo preso a sua volta dal blog del grandissimo Bruce Schneier circa la leggitimità di far foto serenamente in giro per il mondo senza doversi sentir additare come scocciatore o, peggio, come presunto terrorista.

Io stesso, in questi giorni, sto venendo a lavoro con la metro invece che con la moto. Divertentissimo e, vista anche la minor quantità di gente sui mezzi…in grado di offrire diversi spazi e occasioni per fare qualche foto.

Beh, io porto sempre con me la macchina fotografica. In realtà non scatto perché tema di essere scambiato per un terrorista. Scambio perché ho paura (e credo di averne a ragione), di dover argomentare con qualche passeggero. Il motivo? La “pirivasi” (;-)) ovviamente.

Mah, io, veramente…non ho nulla da nascondere… però è così e, per fare anche una stupida foto mi tocca usare il cellulare (evitando di far andare il flash o il semplice lampo della messa a fuoco), accontentandomi di quello che viene in termini di resa qualitativa.

Sembrerebbe che nel mondo ci si stia battendo costantemente per migliorare gli aspetti legati alla sicurezza mentre pare che la conseguenza più diretta sia quella di limitare la libertà di tante persone con scarsi risultati invece sul piano della prevenzione.

Come si legge nell’articolo di clickblog, quanti terroristi girano con zaini pieni di lenti grandangolari in grado di riprendere pose così pericolosamente artistiche? Quanti terroristi girano col cavalletto e si posizionano con calma davanti al soggetto da fotografare avendo cura di valutare al meglio la luce, le ombre, le distanze, l’inquadratura, etc., etc.?

Di seguito il link al post sul blog fotografico e il link al blog di Schneier sul quale potrete scorrere numerosi e interessantissimi articoli (suggerisco di leggere quello sugli indiani, i turbanti e i pugnali Kirpan).

Davide.

La fotografia non è un crimine – da ClickBlog

Il blog di Bruce Schneier


2 responses to “Photography is not a crime.”

  1. l’allucinante appeal della macchina fotografica scatena reazioni che inibiscono il fotografo. rappresenta minacce di terrorismo, di pedofilia, di inchieste scomode. ma anche foto con decine di gente che ti guarda messa in posa, come gli stupidi dietro i telegiornalisti. la macchina fotografica è un magnete, diventa il polo d’attenzione della scena. una legge del cinema recita “inquadra un fucile e il pubblico saprà che prima o poi ci sarà uno sparo”. mostra una macchina fotografica e il tuo pubblico si convince di essere il tuo obiettivo.

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