Il riclico della carta. Risparmio o inganno?


Qualche domenica fa, complice la necessità di fare spazio nella mia cantina, ho preso e messo mani negli armadi e negli scaffali che per anni hanno accolto i giornali, gli articoli, i libri, gli estratti che io e la mia famiglia, sapientemente, avevamo messo da parte con estrema cura.

Il risultato è che avrò fatto non so quanti tra la cantina e la campana del riciclo. Il tutto per spostare una quantità di carta che, secondo me, avrà sfiorato senza grossi errori, il paio di quintali. Si, due quintali, duecento chili di carta accantonata in una cantina.

Sarà che per spostare tutto quel materiale in solitudine, per non pensare allo sforzo mi sono concentrato su altro…sarà che quest’altro è stato obbligatoriamente legato ad una domanda: perché? Si, perché mettere da parte la carta? Porca miseria, è quanto di più sciocco si possa fare. Non hai modi efficaci di catalogare per una ricerca futura. E anche fosse, la validità del contenuto sopravviverà nel tempo o diventerà un concetto obsoleto pochi giorni dopo la stampa?

Poi i miei pensieri sono andati al ciclo del riciclo (scusate il gioco di parole). Io metto nella campana 200 chili di carta. Ma da questi 200 chili di carta che sottraggo al volgarissimo secchio per ben più nobili fini, quanti non ne verranno sottratti alle foreste? Credo il 50%, ottimisticamente parlando.

Questa voce di WikiPedia sulla carta riciclata da’ un po’ di informazioni:

http://it.wikipedia.org/wiki/Riciclaggio_della_carta

Di fatto il costo del riciclo, per se inferiore rispetto a quello del “creare da zero” è pur sempre diverso da zero e, anzi, piuttosto alto.

E con questo, direte voi? E con questo sono arrivato ad una mia difficilissima soluzione. Drastica, forse, ma necessaria.

Il concetto di riciclo sta finendo per diventare la mia scusa. Consumo tanto poi lo riciclo. Sbagliato, sempre IMHO.

Non consumo e così mi elimino il pensiero di come/quando/a-che prezzo riciclare.

Non compro prodotti come periodici specialistici, riviste, e peggio che mai i quotidiani. La scelta potrà sembrare complessa e non a costo zero come quella di non avere la televisione dentro casa (ma questa è un’altra storia).

Per adesso ho smesso di comprare le mie amate riviste di musica, modellismo, fumetti e quant’altro.

Mi avvarrò delle risorse presenti on line, in formato elettronico. Per natale desidererei comprare un eBook reader e usarlo il più possibile, meglio ancora se oltre a farmi leggere i libri piuttosto che i quotidiani, sarà in grado di farmici installare sopra i PDF che devo leggere e consultare in ufficio per lavoro piuttosto che usare una pennina per prendere appunti o annotazioni.

Certo, anche un eBook ha un impatto sull’ambiente e di questo dovrò cercare di farmene un’idea quanto prima. Chiaro che se l’impatto del eBook è pari a quello di una Nintendo Wii….beh, diventerà un discorso ancora più complesso.

Fatto sta che la prossima volta che sento qualcuno dire “ah, ma no, il fascino dei libri; è un’altra cosa! Non potrei rinunciarci mai!”…lo prendo a destate sui dentoni. Troglodita del terzo millennio, continua a bramare la carta in ogni sua forma avvalendoti delle più banale scuse…poi a Natale….l’albero che addobberai somiglierà ad una catasta di libri. Le pinete saranno fatte coi pile di quotidiani.

Sveglia, sveglia.


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