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Il vecchio anno va; arriva il nuovo.

Diversamente da altri, io, ritengo che il cambio d’anno non cada tra la notte del 31 dicembre e l’alba del 1 gennaio ma alla fine delle vacanze, in occasione dell’inizio del nuovo anno lavorativo. Il 1 settembre, grosso modo.


Al ritorno delle vacanze sono in molti che si pongono nuovi e seri propositi. La dieta, un diverso atteggiamento a lavoro o addirittura, un nuovo lavoro. Insomma, molti approfittano del ritorno dalle vacanze per scatenare cambiamenti marginali o epocali. Ecco perché anche io, membro onorario della stirpe dei “prometto che d’ora in poi sarà tutto diverso”, ritengo che l’anno finisca ed inizio a cavallo del primo di settembre.
E mentre saluto l’estate che scappa via come quest’uomo elegante a cavallo del suo velocipede, il nuovo anno mi si presenta davanti agli occhi con la lista delle cose da fare.
L’inizio non è dei migliori. Mao che va in ufficio senza aver potuto vedere/salutare la nostra piccola Viola; io che devo tornare in ufficio e devo a mia volta salutare Viola che mi chiede di non andare…
Comunque, i più cinici diranno che la vita è questa per tutti… e ‘sti cazzi solo per me? No?
Ma andiamo avanti. Presi i pezzi di ricambio per la piastra del bauletto non penso che ci sia momento migliore per montarli che nei 5 minuti prima che precedono i “20 minuti” necessari per arrivare in ufficio a rischio della vita.
Inizio con le migliori intenzioni…e chiaramente, malgrado le rassicurazioni del ricambista…i pezzi non sono corretti. Ho solo una speranza…i vecchi pezzi rimasti. Fortunatamente vanno bene ma ho rosicchiato già cinque dei “20 minuti”… Monto la piastra, sbuffo soddisfatto e tutto accaldato salto in moto. Giro la chiave, pigio lo starter…il motore si avvia per spegnersi pochi istanti dopo. Seguono ulteriori tentativi, tutti vani. Si rende necessario una rapida ispezione del serbatoio carburante. Le orecchie non mentono: vuoto! MAPORCOCAZZO! M’hanno succhiato la benzina…vicini maledetti!
Ok, che faccio? Tento di raggiungere l’ufficio coi mezzi pubblici (2 ore minimo), o tiro la moto a spinta in cima alla salita e la spingo fino al distributore? I mezzi pubblici non me li leva nessuno ma, se il benzinaio fa il miracolo potrei arrivare al massimo a mezz’ora di ritardo. Tento la sorte e sfido l’ernia.
Inizio a trascinare la moto a marcia indietro, tutto vestito, casco compreso. Il casco indossato camuffa le bestemmie alle orecchie dei vicini…peccato!
Eccoci in cima…guarda quello stronzo come ride! Te possa capità a te mentre c’hai la diarrea…che ce scivoli pure sopra.
Bene, via a spingere per l’altra discesa, stile Perù: discesa è discesa…ma cazzo quanto pesa, pare una salita.
Eccoci dal benzinaio che sardonico fa:
– finita la benzina?
– No, immensa testa di cazzo, risparmio sulla palestra!

Comunque, il grande capo “Testa di pompa” fa il miracolo e la moto riparte. Ribadisco, vicini maledetti!

A fine giornata decido di continuare il mio estro riparatore e mi metto a montare la freccia andata rotta nell’incidente di gennaio. Mi rendo conto che il tizio che mi ha spedito mezza moto da un’asta eBay…m’ha fatto un mezzo pacco. Stavolta niente casco e le bestemmie volano alte come le nuvole.

Mi invento un McGiver trucco…e monto pure la freccia. Il mio ego è lanciato, potrei fare un buco in terra per incularmi il mondo…ma lascio stare; per terra è sporco.

Cena media con media felicità di moglie e figlia. Post serata dedicata allo studio con Mao che impreca contro i test psico attitudinali e io che impreco contro Mao…ma fa nulla.

Alla fine, Mao va a dormire e io resisto. Tentato da un bel porno, resisto e continuo a studiare il BS27001.
Mentre ci si erudisce…eccolo…è lui (o lei). Ti nominai ieri proprio (mortacci mia), pensandoti vinto per sempre…e invece rieccoti: scarafaggio del cazzo. Ma mo’ te sbudello.

L’importante è che Mao non se ne accorga. Un giorno glielo dirò…

Eccoci faccia a faccia, io e te. Tu ed io… Io (la carta, lo spry anti stupro) e te.

Ti seguo, aspetto, ti studio…ti spingo verso i campi aperti. Eccoti che, ingenuo, corri cercando la salvezza tra le gambe del tavolo per sfociare al centro del salone dove la mia ciavatta non trova ostacoli. E’ un attimo: stonf! Ed ora, posso andare a dormire più che soddisfatto.
Domani mi premierò con un doppio “autoerotismo” e osvego originali e non quelli sciapiti di Montebovi.

Notte mondo!

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